Carofiglio, l’avvocato Guerrieri e l’assenza di internet

Gianrico Carofiglio, Le perfezioni provvisorieHo finito di leggere qualche giorno fa Le perfezioni provvisorie (Sellerio), l’ultimo libro di Gianrico Carofiglio. Adorabile!

Aspettavo con ansia una nuova avventura (la quarta) dell’avvocato Guerrieri e ho divorato con piacere le 325 pagine, in cui stavolta s’improvvisa detective, non senza un mucchio di ragionevoli dubbi e con una buona dose  autoironia. Sempre più solo e malinconico, Guerrieri affascina per la sua imperfetta umanità.
Ma non ho intenzione di recensire il libro. Mi è piaciuto e basta, come mi erano piaciuti i tre che lo avevano preceduto.

C’è una cosa però che mi ha lasciata perplessa, una piccola “imperfezione provvisoria”: nel racconto non c’è traccia di internet, posta elettronica, social network… È buffo, perché si parla molto di giovani (universitari) di estrazione borghese-benestante,  e perché i cellulari, viceversa, ci sono e hanno anche un ruolo cruciale nel dipanarsi della trama.

È vero che la storia si svolge un paio di anni fa (inevitabilmente); ma due anni non sono molti. E se anche vogliamo pensare che Facebook non fosse così affollata allora, l’uso di internet e della posta elettronica era già ben diffuso, perlomeno in quegli ambienti e nella fascia d’età dei personaggi.

Insomma, che un avvocato come Guerrieri, titolare di uno studio con tanto di dipendenti e praticante, non solo non usi ma neppure faccia mai riferimento all’email o a internet, suona strano, ecco. La storia infatti è saldamente incastonata in uno spazio (Bari e Roma) e in un tempo ben definiti, e connotata dai vizi e le debolezze propri di entrambi (droga, delinquenza, mancanza di valori…).

C’è qualcosa che manca, quindi, nell’attualità del racconto. Un’inezia, non di più, che mi fa pensare però che Carofiglio non abbia grande dimestichezza con le tecnologie e la rete. Ma è l’unico difetto che riesco a trovargli 🙂

Un pensiero su “Carofiglio, l’avvocato Guerrieri e l’assenza di internet

  • Sai cosa, mi pare piuttosto realistico un avvocato affermato che non capisca nulla di internet. Forse non le sue segretarie, ma lui si. Trovo ogni giorno professionisti che ancora snobbano la rete, e per i quali la posta elettronica è materia per la bassa manovalanza.

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